Yoga Terapia: l’arte di accompagnare il processo naturale di guarigione
La discipline du yoga est entière et indivisible. Tuttavia, è possibile distinguere cinque approcci diversi.
Questi cinque approcci non devono in alcun modo essere confusi con le diverse scuole di yoga, la cui comparsa è relativamente recente nella storia di questa pratica. Tradizionalmente, lo yoga è uno: una disciplina che risponde alle diverse esigenze fisiche, fisiologiche, emozionali e spirituali degli individui di tutte le età. A tal fine, l’insegnante-terapeuta sa come muoversi in modo sicuro ma impercettibile tra i cinque approcci. Questa fluidità pedagogica gli consente di adattare lo yoga a ciascun individuo, ovunque si trovi sul percorso individuale di vita.
Questo articolo tratterà l’approccio terapeutico nello yoga, cikitsa krama.
Gli altri approcci includono:
il sostegno ad una crescita ottimale;
lo sviluppo della resistenza e della forza negli adolescenti;
il mantenimento di una salute già presente;
la spiritualità.
L’insegnante-terapeuta sarà in grado di applicare e dosare gli strumenti come la postura, la respirazione e la meditazione; intensificandoli o adattandoli a seconda dell’approccio scelto.
Cikitsa Krama: lo yoga terapeutico
Vorrei parlare ora dell’importanza di osservare la persona. La terapia yoga sarà efficace solo se verranno fornite le giuste soluzioni al momento giusto.
Questo articolo riguarda principalmente la terapia sul piano fisico, parleremo più specificamente della terapia emozionale in un prossimo articolo.
Il processo di guarigione generalmente segue quattro fasi. La terapia yoga supporta perfettamente un processo naturale, consentendo un’esperienza attiva per il praticante che desidera assumersi la responsabilità, a differenza dei sistemi di cura passiva.
Il primo stadio è quello della sofferenza acuta. Qui troviamo, ad esempio, il blocco articolare, episodi di artrite o lombalgia.
Il corpo cerca naturalmente di riprendersi con il riposo e, nello yoga, accompagniamo semplicemente la richiesta del corpo. Il riposo sarà favorito con l’allungamento dell’espirazione, le visualizzazioni e il massaggio. Pratiche molto brevi verranno ripetute due o tre volte al giorno.
Quando raggiungiamo il secondo stadio della guarigione, la sofferenza si attenua, ma la persona rimane fragile. Molto delicatamente, si tratta di sollecitare, con molto rispetto, l’area che è stata dolorante. Posture ben selezionate permetteranno di creare dei micro-movimenti. È l’inizio di un ritorno alla libertà.
Arrivando alla terza fase, la persona non soffre più. Ha già trovato una certa facilità di movimento. Potrà riprendere il suo lavoro e le altre attività.
E per la sua pratica yoga, questa è la fase di “rieducazione”. Il terapista sceglierà la funzione posturale che permetter à di correggere la causa del problema. La pratica preparerà per una o due posture principali che rientreranno in questa funzione correttiva.
Quarto e ultimo stadio: la persona è completamente riposata e riequilibrata, è pronta ad affrontare il rafforzamento muscolare. In questa fase, la pratica richiederà più resistenza e permetterà di rafforzare in modo preciso l’area indebolita.
È evidente che questi quattro stadi possono essere applicati solo in lezioni individuali, in quanto tale contesto consente una reale personalizzazione della pratica, un tempo per la discussione e una diagnosi precisa. Il corso individuale consente, inoltre, al terapeuta di assumere al meglio il ruolo di “tassista”, che accompagnerà il suo cliente là dove desidera andare, senza imporre la propria scelta di destinazione.
Articolo di Marc Beuvain – Giugno 2015